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Puccini, il “Sigaro del Maestro” ritorna dopo quasi cento anni: è di cioccolato e lancia la sfida alle Palle di Mozart

L\'idea è di tre imprenditori lucchesi: \"Cercheremo di portarlo nei teatri che metteranno in scena le opere del compositore. Forse anche all\'estero\"

L\'idea è di tre imprenditori lucchesi: \

di Eva Nuti

Si sarebbe forse rallegrato del vedersi dedicare un prodotto – il sigaro – che ha l’ambizione di rappresentare la sua Lucca nel mondo così come le Mozartkugeln, le Palle di Mozart che a loro modo rappresentano Salisburgo. Testimonial del copricapo Borsalino, che spesso indossava per farsi ritrarre, con un debole per la moda tanto da far confezionare a Londra le camicie eda farle stirare a ParigiGiacomo Puccini amava molto infatti farsi lusingare, così che la sua irritazione fu grande quando si accorse che non vi era nessuna dedica alla sua persona sull’orologio d’oro ricevuto in omaggio dal sindaco per aver composto l’Inno di Roma. In realtà la dedica ora c’è, perché fu lo stesso Puccini a farla incidere da un noto orologiaio lucchese.

Il compositore di Tosca eTurandot amava la caccia, la tecnologia e le auto (ne ebbe ben quindici) e di sicuro amava i sigari, se è vero come si narra, che quando ancora era molto giovane, avesse venduto alcune canne dell’organo della chiesa di San Martino, a Lucca, proprio per acquistare dei sigari. Ma tant’è, la genialità con cui modificava le melodie per nascondere la marachella va ben oltre e, ad ogni modo, a pareggiare i conti ci ha pensato il destino con un ironico contrappasso, per cui la statua del maestro a Torre del Lago è stata oggetto di numerosi e ripetuti furti. E che cosa hanno rubato i buontemponi? Proprio il sigaro che Puccini teneva tra le labbra.

E quale testimonial migliore di Puccini dunque per un sigaro nato dalla mente e dalla passione di tre imprenditori lucchesi, i simboli che la caratterizzano (è a Lucca la sede dellaManifattura del Sigaro Toscano) e le cose buone, perché il “Sigaro del Maestro” fa bene alla salute: è fatto dicioccolato Grand Cru utilizzando cacao Sao Tomé al 70 per cento. “Un gusto classico – afferma Marco Toschi, titolare della cioccolateria lucchese che produce artigianalmente il “Sigaro”– perché questo prodotto deve agganciare tutti, dal bambino all’adulto”. Classico ma non banale, con un ventaglio di aromi che da un lieve iniziale carattere amaro si schiude per lasciare spazio alle note fruttate di mora e mirtillo prima e caffè poi, per scomparire sulle scie di un delicato tabacco. Perfetto con cherry, whiskey e rum. Un cacao di qualità ottima, scelto durante le cene in famiglia, ascoltando i pareri e i gusti di tutti, proprio secondo la migliore tradizione artigianale.

“La distribuzione avverrà partendo dal centro storico di Lucca, di cui questo prodotto vuol essere espressione – affermano gli altri due ideatori Nicola Lencioni e Federico Lanza - poi penseremo al resto. Inizieremo dai ristoranti, bar, enoteche e alberghi cittadini, poi passeremo ai teatri che metteranno in scena le opere pucciniane e solo successivamente all’estero, negli Stati Uniti magari, grazie ad alcuni contatti che già abbiamo per altre vie”. Nessun grande mercato da conquistare e nemmeno la grande distribuzione, almeno nelle iniziali dichiarazioni. Un atteggiamento che al di là delle volontà imprenditoriali tradisce un vero e proprio attaccamento al prodotto, quasi che a buttarlo in pasto al mercato se ne snaturasse tutto ciò che di prezioso racchiude, la storia della sua genesi o l’attimo in cui l’idea è balenata nella mente di uno dei tre, o che si rovinasse quell’amicizia e quelle passioni che lo hanno fatto nascere. A Lucca. Dove potrete trovarlo, dentro alle tanto amate mura, che della città sono la protezione e uno dei simboli.

Fonte: www.ilfattoquotidiano.it

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