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La Music Learning Theory di Gordon: una nuova frontiera per l'apprendimento 
musicale a partire dall'età neonatale 
di Andrea Apostoli (Pubblicato su Rassegna Musicale Curci, quadrimestrale periodico 
di cultura e attualità musicali, anno LV, n.3 settembre 2002) 
§1 Introduzione
  La Music Learning Theory di Edwin E. Gordon rappresenta un contributo fondamentale 
  in grado di cambiare molte cose nel campo della didattica musicale. Frutto di 
  più di quaranta anni di ricerca svolti in diverse università americane, 
  la Music Learning Theory si inserisce nel quadro delle più moderne teorie 
  dell'apprendimento. Il presupposto fondamentale di questa teoria sta nell'assunto 
  che la musica può essere appresa secondo gli stessi meccanismi di apprendimento 
  della lingua materna. Il bambino, pertanto, dovrebbe essere avvicinato alla 
  musica fin dai primi giorni di vita per sviluppare il senso della sintassi musicale, 
  premessa indispensabile per trarre i massimi benefici dalla successiva istruzione 
  formale.
  Pensiamo per un attimo a come impariamo a parlare e a pensare nella nostra lingua. 
  Tutti noi abbiamo vissuto cinque anni pieni di apprendimento informale del linguaggio 
  passando dall'assorbimento e dall'emissione dei primi fonemi, fino ad arrivare 
  alle parole intorno al primo anno di vita. Nessuno dà lezioni di lingua 
  ai bambini, nessuno pretende risultati immediati. Soltanto quando il bambino 
  si esprime nella sua lingua in modo chiaro e con una grande abbondanza di parole 
  (a 6 anni, infatti, ha già un vocabolario attivo di circa 13.000 parole 
  e uno passivo molto più ampio) si inizia l'istruzione formale: la lettura 
  e la scrittura. 
  Quanti bambini, invece, vengono avvicinati alla musica secondo un percorso completamente 
  inverso, partendo dal pentagramma, dalla notazione delle altezze e dalle durate, 
  senza un periodo precedente di apprendimento informale? Non c'è da meravigliarsi 
  che, anche dopo anni di studio, pochi siano in grado di comunicare musicalmente 
  in modo spontaneo, attraverso l'improvvisazione, non totalmente dipendenti dalla 
  musica scritta.
  Le ricerche di Gordon, dimostrano infatti che l'attitudine musicale, innata 
  in ogni individuo, si sviluppa nei primi anni di vita a contatto con l'ambiente 
  musicale in cui si vive. Ed è la qualità di questo ambiente ad 
  influenzare il potenziale di apprendimento musicale del bambino in modo evidente 
  nei primi tre anni di vita e via via in modo minore fino ai nove anni di età 
  circa, momento in cui il potenziale si stabilizza. (Cfr. E. E. Gordon, Developmental 
  and Stabilized Music Aptitudes, further evidence of the duality, Chicago, 
  2002, GIA publications).
  E' dunque importantissimo iniziare il percorso di educazione musicale in età 
  neonatale.
  MA molte altre sono le novità per chi si avvicina per la prima volta 
  alla Music Learning Theory. 
  Il materiale didattico proposto, per prima cosa, è costituito da canzoni 
  e canti ritmici senza testi che rispondono a tre criteri fondamentali: varietà, 
  complessità e ripetizione. Non soltanto canzoncine in modo maggiore e 
  metro binario, dunque, ma canzoni e canti ritmici in tutti i modi e i metri 
  possibili e fin dall'inizio del percorso didattico. L'uso della voce e del corpo 
  in movimento, più che di strumenti e strumentini da far suonare ai piccoli 
  allievi, arricchisce il quadro di una metodologia che si focalizza nei concetti 
  di guida informale ed educazione più che di insegnamento.
  
  § 2 Edwin E. Gordon: brevi cenni biografici
  Edwin E. Gordon è un ricercatore e studioso statunitense autore di importanti 
  testi in uso presso molte università americane, attualmente, professore 
  presso la Michigan State Università. 
  Ripercorrere in pochi tratti la vita ed il percorso di ricerca di questo geniale 
  professore, settantacinquenne dotato di grande carisma divulgativo e di quella 
  curiosità senza fine propria di geni e bambini, può senz'altro 
  aiutare il lettore a capire ciò che la Music Learning Theory rappresenta 
  e ciò che essa può portare in un prossimo futuro. Nei primi anni 
  '50 studiava contrabbasso con il primo contrabbassista della "NBC Orchestra" 
  diretta da Toscanini presso la prestigiosa Eastamann School of Music (Rochester 
  University) e nella band di Gene Krupa, batterista di Benny Goodman.
  Fin dall'inizio della sua carriera di musicista dedicava grande attenzione alle 
  problematiche relative all'apprendimento musicale. Perciò, già 
  alla fine degli anni '50 aveva compiuto l'intero corso di studi in Music Education 
  specializzandosi in Psicology of Music e Experimental Research in Music, presso 
  la Ohio University e la University of Iowa. La carriera di Gordon prese da quel 
  momento due strade parallele: quella della ricerca scientifica e quella dell'insegnamento 
  della musica a tutti i livelli, dai bambini in età prescolare agli adulti. 
  Di qui la sua peculiarità rispetto a tanti altri ricercatori e teorici 
  dell'apprendimento: la sua Music Learning Theory nasce da una sinergia costante 
  fra ricerca, studio teorico e applicazione pratica condotta in prima persona 
  in classi di bambini .
  Così racconta lo stesso Gordon (intervista apparsa nel 1999 su I Fiati, 
  AnnoV, n.31): "E' stata la mia attività di insegnante 
  che mi ha spinto a interessarmi alla ricerca. Quando ero docente di Didattica 
  Musicale alla Iowa University, i mie allievi mi facevano delle interessanti 
  domande a proposito di ciò che insegnavo loro sulla base di intuizioni 
  ed esperienze dirette. La necessità di provare oggettivamente la validità 
  delle mie teorie mi ha portato a iniziare progetti di ricerca nel campo dell'apprendimento 
  musicale. (…) Per un periodo di tre anni, due ore al giorno, cinque giorni 
  alla settimana, sono andato semplicemente ad osservare i bambini da zero a tre 
  anni in un asilo. Non potevo insegnare loro qualcosa perché non sapevo 
  ancora cosa e, soprattutto, come insegnare, così ho lasciato che loro 
  insegnassero a me. Durante le loro attività di gioco osservavo il loro 
  modo di cantare piccole melodie spontanee e, soprattutto, il loro modo di muoversi 
  ritmicamente. Osservavo tutto e prendevo molti appunti. Da questa osservazione 
  si è sviluppata poi una vera e propria ricerca strutturata. Prima di 
  questa attività, dal 1958 al 1962, avevo già fatto molta ricerca 
  sull'attitudine musicale, sviluppando il test attitudinale Music Aptitude Profile. 
  Avevo già molta esperienza sulle metodologie di ricerca e avevo diretto 
  molte ricerche all'università, solo che non sapevo come applicare questa 
  esperienza ai bambini molto piccoli. Iniziai, così, a studiare Vygotsky, 
  Piaget, Montessori e altri. Mi resi conto che gli insegnanti di musica non potevano 
  applicare i risultati delle mie ricerche senza che prima io stesso le sperimentassi 
  praticamente, insegnando ai bambini sulla base di ciò che avevo scoperto 
  a proposito dell'apprendimento musicale."
§ 3 L'apprendimento musicale del bambino secondo la Music Learning 
  Theory
  Cerchiamo ora di dare al lettore un'idea di quello che Gordon intende per un 
  buon apprendimento della musica. Le prime ricerche di Gordon vertevano intorno 
  al tema dell'Attitudine Musicale, ossia il potenziale di apprendimento in musica, 
  innato in ciascuno di noi, che tanto deve il suo sviluppo all'ambiente in cui 
  viviamo nei primi anni di vita. Passaggio decisivo fu la creazione del termine 
  audiation, per esprimere un concetto fondamentale per tutto il lavoro 
  sulla didattica musicale degli anni successivi. L'audiation è 
  infatti la capacità di sentire internamente e comprendere suoni non fisicamente 
  presenti. Lo sviluppo di questa capacità, vera e propria forma di pensiero 
  musicale, divenne il tema centrale del lavoro di Gordon. E proprio sulla base 
  del concetto di audiation, Gordon arriva a concludere che un percorso di apprendimento 
  appropriato, è quello che vede il pensiero e il linguaggio musicale svilupparsi 
  parallelamente a come avviene per il linguaggio parlato.
  Ma cosa prevede in pratica la metodologia didattica che scaturisce dalla Music 
  Learning Theory? Apriamo simbolicamente la porta di una classe di Musicainfasce, 
  i corsi per bambini da 0 a 6 anni riconosciuti dalla Associazione Italiana Gordon 
  per l'Appredimento Musicale (AIGAM) e osserviamo.
  I piccoli di due o tre mesi sono sdraiati su un tappeto in mezzo all'aula che 
  appare vuota di qualsiasi oggetto… fisico, perché di "oggetti 
  sonori", cioè di musica cantata in gruppo dagli insegnanti e dai 
  genitori, l'aula è piena.
  I bambini in grado di mantenere la posizione seduta o di gattonare si trovano 
  in punti diversi della stanza, liberi di girare a loro piacimento. Una cosa 
  li accomuna tutti: grandi occhioni e attenzione intensa per l'evento musicale 
  che si svolge fra gli adulti presenti. 
  Momenti di musica si alternano a momenti di profondo silenzio da parte degli 
  adulti. L'assorbimento degli stimoli musicali continua nel silenzio e l'audiation 
  muove i primi passi nei bambini presenti. Tantissime le risposte dei piccoli 
  agli stimoli musicali. Un orecchio attento coglie piccoli suoni e vocalizzi 
  spontanei, intonati sulla tonica o sulla dominante, che costituiscono una vera 
  e propria forma di lallazione tonale e ritmica. Gli insegnanti immediatamente 
  rispondono intonati ai bambini in un vero e proprio dialogo fatto di prime "parole" 
  musicali. Un occhio attento coglie innumerevoli risposte motorie. 
  Ondeggiamenti, manine che sbattono sul pavimento, "gattonamenti" a 
  ritmo, sospiri e respiri eccitati. Tutto viene valorizzato e diventa parte della 
  lezione stessa. Le mamme - in maggioranza - e i papà, seduti a terra 
  insieme ai bambini, cantano, sorridono, e arricchiscono, guidati dagli insegnanti, 
  i brani della lezione con ostinati armonici, pedali di tonica e interventi ritmici. 
  Qualche bambino guarda l'insegnante ed emette intenzionalmente suoni per richiamare 
  la sua attenzione e per tentare di comunicare con lui nel nuovo linguaggio. 
  
  Il linguaggio parlato è completamente assente per tutti i quarantacinque 
  minuti di lezione. Non ci sono commenti e men che meno battiti di manine ispirati 
  dai genitori alla fine dei brani, non ci sono parole e testi nelle canzoni e 
  nei canti ritmici. Soltanto musica cantata e movimenti liberi e fluenti, spontaneamente 
  ispirati dalla musica.
  Tutto questo viene spiegato con argomentazioni scientifiche e indicazioni pratiche 
  in uno dei libri più importanti del Prof. Gordon: A music learning 
  theory for newborn and young children, GIA pub.inc. Chicago 1997, di prossima 
  uscita in Italia presso le EDIZIONI CURCI - Milano con il titolo: L'apprendimento 
  musicale del bambino dalla nascita all'età prescolare. In questo testo, 
  che negli Stati Uniti ha ispirato molteplici corsi di musica rivolti alla prima 
  infanzia, Gordon spiega le fasi e gli stadi di sviluppo dell'audiation da parte 
  del bambino fin dai primi giorni di vita. 
  L'importanza della sua teoria è tanto più evidente se la si confronta 
  con i risultati e le conseguenze di un'educazione musicale che non tiene conto 
  delle acquisizioni della ricerca scientifica e dei processi di apprendimento. 
  I bambini che non sviluppano un vocabolario di suoni ascoltati (vocabolario 
  musicale passivo) giungono alla scuola materna o elementare dove cominciano 
  ad imparare canzoncine per imitazione. Chi di loro ha una buona attitudine musicale 
  riesce comunque a sviluppare un senso di sintassi musicale ma, per la media 
  delle persone questo non avviene. E così, guardando cosa succede nella 
  nostra società, ci si rende facilmente conto che se tutti sono in grado 
  di cantare "Tanti auguri a te" al ristorante, benché in modo 
  molto poco accurato dal punto di vista ritmico e tonale; pochi sono in grado 
  di intonare canzoni da soli e pochissimi (anche fra i musicisti) di improvvisare 
  musicalmente con la propria voce o con il proprio strumento.
  La Music Learning Theory può rappresentare, per quanti fra insegnanti 
  di musica, educatori, genitori rilevino la relativa efficacia degli approcci 
  tradizionali un'opportunità di diventare quello che con termine rogersiano 
  si può definire un "facilitatore di apprendimento" musicale. 
  Il lavoro di Gordon va a colmare un vuoto nel campo dell'apprendimento musicale, 
  allineandosi a quegli studi condotti in altri campi dello sviluppo del bambino, 
  nei quali pensatori come Montessori, Pikler, Goldschmied, Stern ed altri hanno 
  promosso da tempo una visione del bambino capace di apprendere in autonomia 
  la realtà, in un contesto di rispetto dei suoi tempi e di comunicazione 
  affettiva. 
  Passare anche in musica dall'atteggiamento intrattenitorio e dall'idea del saggio 
  di abilità acquisite alla promozione dello sviluppo musicale del bambino 
  nel rispetto dei suoi naturali processi di apprendimento, rappresenta senz'altro 
  un fondamentale passo in avanti.
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