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Recensioni

Franco Mannino - Musica per film


Franco Mannino, “MUSICA PER FILM” Ricordi ed esperienze Marsilio Editori S.p.a. Venezia 2002 pp. 104 Euro 11,50

Indice:
1 Primo incontro;
2 Per Charles Chaplin;
3 Esperienze con Luchino Visconti;
4 Ricordo di Luchino Visconti;
5 A vent’ anni dalla scomparsa;
6 Nino Rota neorealista;
7 Leonard Bernstein - Genio del XX secolo;
8 Pay Television - con allegria;
9 Sull’Oscar;
10 Lettera aperta a Rondi e a Pontecorvo;
11 La S.I.A.E. e le analogie fra l’autore e l’artista interprete;
12 La psicosi degli indici di ascolto;
13 Ritornare alle origini;
14 I luoghi comuni insidiano la “nuova” musica-le colonne diffamate;
15 Esecuzione di musiche d’avanguardia;
16 Šostakovic

22/11/2002: Sala della protomoteca del Campidoglio Roma;

Dalla sala, gremita di un attentissimo e colto pubblico, scorgo seduti in ordine l’On. Mazzella (Ministro della funzione pubblica), l’assessore alla cultura del comune di Roma Prof. Borgna, il M° F. Mannino e il M° Ennio Morricone. E’ la presentazione ufficiale dell’ultimo libro del M° Mannino: “Musica per film”. Tralasciamo, per motivi di spazio, di relazionare sugli azzeccati interventi dei relatori di cui sopra anche se quello di Ennio Morricone (che ha ricordato la splendida tecnica virtuosistica al pianoforte del Maestro Mannino) lo richiederebbe e veniamo subito a questo elegante e simpatico volumetto.

Diciamo subito - ma dovevamo aspettarcelo - che non si tratta di uno dei tanti manuali di armonia o di composizione ma … molto di più… Sono ricordi ed esperienze dal set di uno dei più grandi ed eclettici artisti italiani che ci illumina e accompagna nel complesso mondo delle colonne sonore. Sono reali esperienze lavorative, incontri e riflessioni sul tema scritte con fluente chiarezza e coraggiosa sincerità. Nella sterminata ed eclettica produzione del M° Mannino, che raggiunge ormai quasi 800 opus, troviamo molte musiche per immagini. Più di 100 le colonne sonore molte delle quali hanno vinto prestigiosi premi come il David di Donatello o il Premio Colonna Sonora e che mostrano il segno di un profondo amore verso questo mondo tanto da fargli dire: “Penso che la bella musica possa stare dappertutto, senza patirne. E che, nella maggior parte dei casi, un film perderebbe almeno la metà del suo impatto, senza una colonna sonora”.

Mi vorrei soffermare su quella che, a mio avviso, è una delle caratteristiche umane più interessanti del M° Mannino. E’ certamente uomo di vasta cultura, pensatore, scrittore, compositore, direttore ma soprattutto è uomo che possiede direzioni chiare e precise, è portatore di valori fondamentali e di onestà artistica che non manca di esprimere ogni volta che gli si da questa opportunità. Infatti anche in questo volume riporta ben due “lettere aperte” chiare ed esplicite sullo stato di fatto di troppa subordinazione e scarso interesse nell’opera cinematografica della colonna sonora. La prima, al Direttore di “Cinema Nuovo”, e la seconda, ai due famosi personaggi G. Rondi e G. Pontecorvo, chiedono una giustizia artistica del tutto meritata (leggetele con attenzione…).

Il libro è ricchissimo di fonti e informazioni su grandissimi artisti tutti conosciuti personalmente dal Maestro. Si sofferma, per esempio, sul regista Luchino Visconti con il quale raggiunse una così grande intesa artistica paragonabile solamente al connubio Fellini-Rota. Spende parole di grande elogio per quest’ultimo indicandolo come il più importante autore italiano di musica per film e citando anche dei simpatici momenti passati assieme. Una vera “chicca” che impreziosisce il volume - imperdibile per gli appassionati - è la pubblicazione integrale della relazione scritta per l’Università La Sapienza di Roma dal titolo “L’importanza della musica nei films sonori di Charles Chaplin”. Se la prende ancora con le pay television, con gli Oscar, con gli indici d’ascolto e… Parla ancora di Bernstein e di Sostakovic citando sempre dettagliate, utili, e preziose informazioni ed enumera inoltre, per chi ancora non lo sapesse, una lista “impressionante” di compositori illustri che si sono cimentati con la musica per il cinema e…mi pare per niente scontato e molto appropriato, a questo punto, citare dalle sue stesse labbra un passo della famosa lettera aperta al Festival Cinematografico di Venezia: “l’opera d’arte cinematografica è fondamentalmente il frutto dell’opera dell’ingegno di quattro personaggi: il soggettista, lo sceneggiatore, il regista e, guarda caso, il musicista. Quest’ultimo è stato da voi completamente cancellato non solo dalla giuria, ma dall’assegnazione dei premi e nessuno – né voi né tutti i critici, i relatori, gli speaker televisivi e radiofonici – hanno speso una sola parola per la musica… mi permetto di ricordarvi che esistono film, di Ejzenstejn come di Fellini, di Visconti come di Ford, che ormai sono splendidi pezzi da museo, ma la loro musica è viva e vegeta in tutto il mondo; la si ascolta annualmente in tutti gli auditori, alla radio, alla televisione e addirittura nei piano bar…”

Il volume conclude con una appropriata citazione dal V libro della Repubblica di Platone che indica il passo di un Maestro dei nostri giorni che ha segnato una via e che tende la ferma e saggia mano ai figli del nostro tempo.

Paolo Travagnin

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